Giapietro Tessitore inventa il biomateriale dal vino
Il primo mercato di riferimento per Vegea è quello del fashion, data la sua duttilità e propensione alla realizzazione di borse e accessori.
E poi diciamo che l’Italia non si muove.
Qui siamo di fronte a una rivoluzione!
Uva e materiale di scarto del mondo del vino che letteralmente “si vestono di nuovo” e diventano altro; si trasformano. In un biomateriale, ad esempio, di cui vestirsi, su cui sdraiarsi, con cui ricoprire intere superfici nel più completo rispetto della natura, degli animali e del nostro (bistrattatissimo) pianeta.
E ad allyouneediswine, questi aspetti, stanno parecchio a cuore…
Ecco allora che nasce Vegea,un biomateriale appunto, che si ottiene della lavorazione delle fibre e degli oli contenuti nella vinaccia:
una materia prima totalmente vegetale costituita dalle bucce, semi e raspi dell’uva che si ricavano durante la produzione del vino.
L’attività di architetto dell’inventore, Gianpiero Tessitore, impegnato da anni su progetti di arredo, l’ha fatto scontrare con problematiche connesse ad alcuni tessuti e materiali comunemente usati nei settori fashion & design. La genesi di Vegea, quindi, arriva come un fiume in piena da un percorso professionale fatto di necessità e di tanta curiosità; ma l’etica orientata verso un profondo rispetto per gli animali e per l’ambiente ha fatto il resto.
Da qui la scelta di collaborare con centri di ricerca specializzati nella sintesi di macromolecole, dove Gianpiero incontra Francesco Merlino, chimico industriale ed ora suo socio, che da subito è caduto innamorato del progetto.
Dopo avere condotto un’approfondita ricerca scientifica su diverse matrici vegetali dell’agroindustria, e dopo anni di ricerche totalmente autofinanziate, la grande scoperta: la vinaccia contiene composti polifunzionali ideali per la creazione di materiali tecnici ecosostenibili.
Dopo tre anni di dura ricerca, fondano Vegea srl nel 2016.
Lo sviluppo del materiale si sta orientando verso applicazioni per i settori moda, arredo, packaging, automobilistico e trasporti, all’interno dei quali, ognuno, ha necessariamente caratteristiche tecniche specifiche. Il primo mercato di riferimento per Vegea è comunque dichiaratamente quello del fashion, data la sua duttilità e propensione alla realizzazione di borse e accessori.
Al momento in fase di produzione pilota di Vegea, Gianpiero e Francesco stanno lavorando sull’integrazione dei brevetti, alla base del processo produttivo del materiale stesso.
Nei prossimi mesi passeranno alla valutazione di collaborazioni con partner strategici per l’industrializzazione del processo produttivo, rivolgendosi soprattutto a cantine vinicole, distillerie ed aziende tessili.
Siamo ancora nella fase di realizzazione di prototipi di abiti, borse e scarpe per facilitare il racconto di Vegea nella sua versatilità e filosofia; tutto finalizzato alla presentazione del materiale a mostre ed eventi internazionali di moda sostenibile.
Pare anche che alcuni tra i maggiori fashion brands abbiano mostrato molto interesse verso questo nuovo supporto che, evidentemente, ha molte evocazioni e scatena la creatività.
La cosa oltremodo interessante riguarda il fatto che è in corso la realizzazione di un’ampia gamma di colori che andranno a utilizzare coloranti atossici e che seguono le più stringenti normative in tema ambientale. Diversificati trattamenti superficiali di finitura possono conferire al materiale svariate caratteristiche estetiche, di colore e di touch, non ponendo limiti alle tipologie di texture, personalizzazione e stampa.
Sono un architetto e, lavorando per anni su progetti di arredo, mi sono scontrato con le problematiche connesse ad alcuni tessuti e materiali comunemente usati nei settori fashion & design.
Giampietro Tessitore